I
doveri dei genitori
John C. Ryle
“Insegna al ragazzo la condotta che deve tenere;
anche quando sarà vecchio non se ne allontanerà”.
(Proverbi 22:6)
Suppongo
che la maggior parte di coloro che si professano cristiani siano a conoscenza
del passo del libro dei Proverbi sopracitato. Le parole che abbiamo letto sono
molto familiari ai nostri orecchi. Questo versetto è molto conosciuto, citato e
discusso, ma ciò nonostante il più delle volte il suo contenuto non è preso
seriamente in considerazione! Sembra che la dottrina che insegna sia poco conosciuta
e che i doveri cui esorta siano trascurati. Caro lettore, non è forse così?
Non si può dire che questo soggetto sia una novità;
anzi, siccome il mondo è vecchio abbiamo un’esperienza di circa seimila anni.
Viviamo in giorni in cui si discute molto e con grande interesse
dell’educazione. Ovunque sorgono nuove scuole di pensiero, nuovi sistemi
educativi e si pubblicano nuovi libri per giovani d’ogni tipo. Tuttavia, è
molto evidente che i bambini non conoscono “la
condotta che devono tenere” e quando giungono ad essere uomini, non
camminano con Dio.
Come spiegare quindi questo stato di cose? La verità
è che siccome il comandamento del Signore espresso in questo passo dei Proverbi
non è preso in considerazione, la promessa che lo segue non si adempie.
Caro lettore, che queste riflessioni sul giusto
insegnamento che bisogna impartire ai fanciulli ti stimolino ad esaminare il
tuo cuore sinceramente davanti a Dio! Sopporta dunque una parola d’esortazione
da parte di un ministro del Vangelo. Infatti, questo soggetto dovrebbe
interessare ogni coscienza e portare ciascuno a domandarsi: «Sto facendo del
mio meglio come genitore cristiano?» Queste riflessioni non riguardano esclusivamente
i genitori, ma anche fratelli, sorelle, nonni, zii, parenti, insegnanti ed
educatori. Inoltre, sono del parere che possiamo influenzare alcuni genitori o
ragazzi con i nostri consigli e suggerimenti. Tutti noi possiamo fare qualcosa
direttamente o indirettamente, non dimentichiamolo!
Un’ulteriore riflessione su questo tema è che tutti
corrono il grande pericolo di non adempiere al proprio dovere. In questo campo
è più facile vedere gli sbagli degli altri, piuttosto che i propri. Accade spesso che i figli percorrano
sentieri che i loro genitori avevano denunciato nel caso di altri. Alcuni
guardano “la pagliuzza” che c’è nelle case degli altri e non riescono a
scorgere “la trave” presente nella loro! Costoro aguzzano la vista come aquile
per scovare le mancanze altrui, ma sono ciechi come pipistrelli sugli errori
fatali commessi dai loro familiari! Soprattutto in questo campo, teniamolo bene
a mente, non confidiamo nel nostro giudizio[1].
Ora vi darò alcuni accenni
sul giusto ammaestramento agli occhi di Dio. Che Dio Padre, Dio Figlio e Dio
Spirito Santo, benedica queste riflessioni ai vostri cuori! Non le rifiutate
solo perché sono semplici e schiette e non le disprezzate solo perché non
presentano alcuna novità. Se volete guidare i vostri figli al cielo assicuratevi
che queste verità non siano messe superficialmente da parte.
I. Prima di
tutto, se volete istruire i vostri figli nel modo giusto, insegnate loro la condotta
che devono seguire e non quella che vorrebbero seguire.
Ricordatevi
che i bambini nascono con la tendenza al male, per cui se li lascerete liberi
scegliere, sicuramente sceglierebbero il male. Una madre non può sapere ciò che
il suo tenero neonato diventerà: alto o basso, debole o forte, saggio o stolto.
Ma ella sa con certezza che egli avrà un cuore peccaminoso e corrotto! Per noi
uomini è naturale peccare. Salomone afferma che “la follia è legata al cuore del bambino” (Proverbi 22:15) e che “il ragazzo lasciato a sé stesso, fa
vergogna a sua madre” (Proverbi 29:15). I nostri cuori sono come la
terra che calpestiamo che se viene abbandonata a se stessa non produrrà altro
che erbacce!
Se dunque volete condurvi in modo saggio con vostro
figlio, non abbandonatelo mai in balia della sua propria volontà. Siate voi a
pensare per lui, a giudicare per lui, ad agire per lui, proprio come fareste
per una persona debole e cieca. Non lasciate che egli segua le sue inclinazioni
naturali e le brame del suo cuore corrotto dalla presenza del peccato. Il
vostro piccolo ancora non sa ciò che è davvero buono per la sua mente, per la
sua anima e per il suo corpo. Non permettete che sia lui a decidere cosa
mangiare, bere ed indossare. Siate coerenti e determinati, ammaestrandolo
secondo l’insegnamento della Scrittura e non come lui vorrebbe.
Se non potete accettare
questo primo principio biblico, è inutile che andiate avanti con la lettura. La
prima cosa che un bambino cerca di fare è quella di imporre la propria volontà;
perciò il primo passo che dovete fare è quello di resistergli.
[1] Come ministro del Vangelo non posso fare a meno di
osservare che difficilmente le persone si dimostrano così ostinate come quando
si discute dei loro figli. A volte sono rimasto letteralmente “a bocca aperta”
di fronte al rifiuto di alcuni genitori cristiani di riconoscere che i loro
figli fossero nell’errore e che dovessero essere corretti o disciplinati. Sono
molte le persone con le quali preferirei parlare dei loro peccati piuttosto che
di quelli dei loro figli!