Menu

Amazing grace (William Wilberforce)

JOHN PIPER

Recensione pubblicata su «Il Domenicale. Settimanale di cultura», anno 6, n. 46, Milano 17-11-2007, p 5 (col titolo “William, che liberò gli schiavi“).

William Wilberforce (1759–1833), nativo di Hull nello Yorkshire, fu parlamentare britannico dal 1784 al 1812. Era un tory, ancorché indipendente. Una forte amicizia lo legava al primo ministro, tory, William Pitt. Poi il “colpo di grazia”.

Anglicano, nel 1785 fece esperienza di una profonda riconversione. Aderì all’evangelicalismo, radicale nell’interpretazione delle Scritture, rigoroso sul piano morale. Nel 1787 il secondo evento della sua vita, allorché rimase affascinato da un gruppo di attivisti abolizionisti decisi a cancellare per sempre la schiavitù dalla faccia della Terra. Decise di unirsi alla loro causa e ne divenne presto il leader, facendo della questione pure un argomento di strenue battaglie parlamentari. Alla fine, il 25 marzo 1807, il successo. Fu approvato lo Slave Trade Act: il commercio degli schiavi veniva abolito in tutto l’impero britannico, anche se la schiavitù no. Questo sarà l’impegno successivo di Wilberforce. La schiavitù venne poi finalmente abolita nel 1833.

Per l’uomo politico cristiano l’impegno abolizionista era la diretta conseguenza della serietà con cui va preso il Vangelo, una missione irrinunciabile. Curioso. Curioso perché spesso la schiavitù è stata difesa proprio su base biblica; ovvio, su una pessima lettura del testo biblico. Wilberforce ci mise una pezza grandiosa e riscattò il passato. Fu un grande uomo, un grande cristiano.

Marco Respinti

bnr pacchi convenienza

Visita anche le pagine Remainders, e Riviste pastorali

Log In or Register

Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento e per fornirti un'esperienza migliore. Se usi questo sito acconsenti all'utilizzo dei cookie. Per saperne di più leggi la nostra cookie policy.