L’ASCOLTO DELLA PAROLA

Albert Martin

 

 

Indice

Considerazioni fondamentali

Prima di ascoltare la Parola

Durante l’ascolto della Parola

Dopo l’ascolto della Parola

 

 

Estratto dal primo capitolo

CONSIDERAZIONI FONDAMENTALI

 

Il contesto del discorso

Questo studio si basa sul testo di Luca 8:18, particolarmente la prima parte, quando il nostro Signore comanda: «Attenti dunque a come ascoltate». Prima di analizzare questa esortazione vogliamo soffermarci sul contesto del discorso, per considerare l’occasione in cui Cristo pronunciò queste parole. I primi tre versetti che abbiamo letto ci mostrano il Signore impegnato nel predicare in vari luoghi in compagnia dei dodici e di alcune donne che li “assistevano con i loro beni”.

Questo episodio è degno di nota in quanto il movimento femminista accusa la Bibbia di essere la causa del degrado della dignità della donna, ma la verità è ben diversa! È un dato di fatto che la società al tempo di Cristo aveva degradato ed emarginato la donna ed uno dei frutti della fede cristiana e della sua influenza nella vita dell’Impero Romano, fu proprio quello di elevare la donna alla nobiltà con cui Dio l’ha creata. Per i cristiani la donna smise di essere un semplice oggetto! Tuttavia, tale nobiltà non si può manifestare obliterando la distinzione dei sessi, né confondendo le loro rispettive funzioni e responsabilità. Così, lo Spirito Santo si preoccupa di farci sapere che Gesù predicava con l’aiuto dei dodici e col sostegno offerto da queste donne. Dunque il loro ruolo era molto significativo, ma non era parallelo né simile a quello degli uomini. Ho voluto fare questa digressione perché questo particolare della narrativa è importante.

La predicazione di Cristo aveva attirato molte persone provenienti da varie città che erano affamate della Parola di Dio. Nei versetti da quattro a otto leggiamo che, come si radunò questa folla, il Signore espose quella che è comunemente chiamata “la parabola del seminatore”. Però sarebbe meglio chiamarla “la parabola dei terreni”, perché l’attenzione non è rivolta al seminatore, né al seme, bensì ai diversi tipi di terreno. Poi, dal versetto nove al quindici, Gesù rimane solo con i discepoli e, senza dubbio, anche con queste donne e spiega loro la parabola. Il grande messaggio che emerge dall’interpretazione di Cristo è che la condizione del terreno determina lo sviluppo futuro del seme. Il terreno della parabola rappresenta il cuore umano: «Viene il diavolo e porta via la parola dal loro cuore» (Luca 8:12); «E quello che è caduto in un buon terreno sono coloro i quali, dopo aver udito la Parola, la ritengono in un cuore onesto e buono» (Luca 8:15). Perciò, il terreno è il cuore dell’uomo e il seme, secondo il versetto undici, è la Parola di Dio.

Ogni volta che la Parola di Dio è rivolta al cuore dell’uomo, le dinamiche di questa parabola si ripetono. La lezione che dobbiamo imparare da questa parabola è che lo stato del terreno, ossia la condizione del cuore umano raggiunto dal seme della Parola, determina lo sviluppo futuro del seme. Non è il seme che determina il proprio sviluppo, ma lo stato del terreno. Il Signore, dopo aver chiarito ed enfatizzato questo punto, al versetto sedici spiega il motivo per cui la luce della verità è data: non per rimanere nascosta, ma per illuminare e fare luce. Quindi, prosegue accennando, molto probabilmente, al giorno del giudizio, quando la risposta di ogni uomo alla Parola di Dio sarà manifestato al cospetto dell’universo intero. Ed è a questo punto che Cristo pronuncia il comandamento del versetto diciotto: «Attenti dunque a come ascoltate!»

Dunque, il Signore ha stabilito che lo stato del terreno, che è il cuore, determina lo sviluppo del seme, che è la Parola di Dio e che nel giorno del giudizio la risposta del cuore umano alla Parola di Dio sarà pienamente manifestata. Alla luce di queste importanti realtà, egli dichiara: «Attenti dunque a come ascoltate!» Gesù, inoltre, rafforza l’importanza di questo comandamento con due considerazioni. La prima è che “a chi ha, sarà dato”. In altri termini, il modo in cui ascoltiamo determinerà ciò che possederemo. E la seconda è che il modo in cui ascoltiamo rivela ciò che siamo in realtà: «A chi non ha, anche quello che pensa di avere gli sarà tolto» (Luca 8:18).

 

Come ascoltiamo la Parola

È su questo comandamento che mi propongo di attirare la vostra attenzione nel corso di questi studi. Cristo usa il presente imperativo per esprimere l’idea della continuità: «Siate continuamente attenti a ciò che ascoltate». Con queste parole il Signore rende solennemente responsabili i suoi discepoli di come ascoltano la Parola di Dio. Perciò, la conclusione cui giungiamo è la seguente: i credenti hanno il dovere solenne e continuo di badare al modo in cui ascoltano la Parola di Dio.

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Estratto dal secondo capitolo

PRIMA DI ASCOLTARE LA PAROLA

 

In questo secondo capitolo vogliamo cominciare ad esaminare il soggetto dell’ascolto della predicazione della Parola più direttamente ed in modo positivo. Cercheremo di rispondere ai seguenti interrogativi: come devo ascoltare in modo da trarre profitto da ciò che odo? In che modo posso obbedire al comandamento di Cristo? In primo luogo, concentreremo la nostra attenzione sulla preparazione spirituale necessaria prima di ascoltare la Parola. Ci sono degli esercizi spirituali in cui dobbiamo impegnarci prima di disporci all’ascolto della predicazione. Non è necessario definire quando dobbiamo dedicarci a questa disciplina spirituale. Alcuni di noi potrebbero preferire le prime ore del mattino del giorno del Signore. Altri spendono del tempo durante gli ultimi giorni della settimana. Altri ancora si recano nel luogo del culto mezz’ora prima dell’inizio. Oppure è possibile anche prepararsi durante la prima parte del culto che precede la predicazione.

 

Di fronte alla Parola di Dio

La prima direttiva è questa: prima di ascoltare la predicazione dobbiamo raccoglierci consapevolmente in noi stessi affinché la realizzazione che stiamo per porci di fronte alla Parola del Dio vivente sia rinnovata.

Un tale esercizio spirituale non può essere compiuto inconsciamente, come avviene nel caso dell’atto del respirare. Ora, le cose di cui discutiamo non possono verificarsi se non coltiviamo consapevolmente un certo atteggiamento interiore. Quando cerchiamo l’inno che si deve cantare, agiamo consapevolmente usando l’udito, gli occhi e le mani. Perciò, se dobbiamo mettere in pratica il comandamento del Signore stando attenti a come ascoltiamo, è necessario che prima ci raccogliamo consapevolmente in noi stessi affinché possiamo realizzare nuovamente che stiamo per porci di fronte alla Parola del Dio vivente.

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